Numero rifattorizzabile

In teoria dei numeri, un numero rifattorizzabile o numero tau è un intero divisibile per il numero dei suoi divisori, ovvero un numero n {\displaystyle n} tale che τ ( n ) | n {\displaystyle \tau (n)|n} (dove τ {\displaystyle \tau } è la funzione dei divisori). I primi numeri rifattorizzabili sono: 1, 2, 8, 9, 12, 18, 24, 36, 40, 56, 60, 72, 80, 84, 88 e 96.[1] Ad esempio, il numero 60 ha 12 divisori ed è divisibile per 12.

Proprietà matematiche

  • Esistono infiniti numeri rifattorizzabili, sia pari sia dispari.
  • Se un numero n {\displaystyle n} dispari è rifattorizzabile, lo è anche 2 n {\displaystyle 2n} .
  • I numeri rifattorizzabili hanno una densità asintotica uguale a zero[2].
  • Tre numeri interi consecutivi non possono essere tutti rifattorizzabili[3].
  • Nessun numero rifattorizzabile può essere anche un numero perfetto.
  • L'equazione MCD ( n , x ) = τ ( n ) {\displaystyle (n,x)=\tau (n)} è determinata solo se n {\displaystyle n} è rifattorizzabile.

Ci sono alcuni problemi irrisolti riguardanti i numeri rifattorizzabili. La congettura di Colton afferma che per ogni numero intero n {\displaystyle n} il numero di numeri rifattorizzabili minori o uguali a n {\displaystyle n} è almeno la metà della quantità di numeri primi minori o uguali a n {\displaystyle n} . Zelinsky ha inoltre congetturato che se esiste un numero rifattorizzabile n 0 a mod m {\displaystyle n_{0}\equiv a\mod m} , allora deve necessariamente esistere un n > n 0 {\displaystyle n>n_{0}} tale n {\displaystyle n} è rifattorizzabile e n a mod m {\displaystyle n\equiv a\mod m} .

Storia

I numeri rifattorizzabili furono definiti per la prima volta dai matematici Curtis Cooper e Robert E. Kennedy[2] che dimostrarono che questo insieme ha densità asintotica nulla. Successivamente furono riscoperti dall'informatico Simon Colton, usando un software di sua invenzione, che inventa ed esamina definizioni relative a varie aree della matematica, come la teoria dei numeri e la teoria dei grafi[4]. È stata una delle prime volte in cui una nuova idea matematica veniva scoperta autonomamente da un computer. Fu Colton a chiamare questi numeri "rifattorizzabili". Colton ha dimostrato che esistono infiniti numeri rifattorizzabili, oltre a diversi teoremi relativi alla loro distribuzione.

Note

  1. ^ (EN) Sequenza A033950, su On-Line Encyclopedia of Integer Sequences, The OEIS Foundation.
  2. ^ a b Cooper, C.N. and Kennedy, R. E. "Tau Numbers, Natural Density, and Hardy and Wright's Theorem 437." Internat. J. Math. Math. Sci. 13, 383-386, 1990
  3. ^ J. Zelinsky, "Tau Numbers: A Partial Proof of a Conjecture and Other Results," Journal of Integer Sequences, Vol. 5 (2002), Articolo 02.2.8
  4. ^ S. Colton, "Refactorable Numbers - A Machine Invention," Journal of Integer Sequences, Vol. 2 (1999), Article 99.1.2

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • (EN) Eric W. Weisstein, Numero rifattorizzabile, su MathWorld, Wolfram Research. Modifica su Wikidata
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