Numero di Harshad

Un numero di Harshad in una data base è un numero intero positivo divisibile per la somma delle proprie cifre.

La definizione dei numeri di Harshad è stata data dal matematico indiano Dattatreya Ramachandra Kaprekar. Il termine Harshad deriva dal sanscrito "harṣa" che significa "grande gioia". A volte ci si riferisce a questi numeri anche come numeri di Niven, in onore del matematico Ivan Morton Niven.

Definizione matematica

Dato un intero positivo X {\displaystyle X} che, espresso in base n {\displaystyle n} , sia di m {\displaystyle m} cifre a i {\displaystyle a_{i}} (con i = 0 , 1 , , m 1 {\displaystyle i=0,1,\ldots ,m-1} ) (si noti che a i {\displaystyle a_{i}} deve essere zero o un intero positivo inferiore a n {\displaystyle n} ), allora X {\displaystyle X} può essere scritto come:

X = i = 0 m 1 a i n i . {\displaystyle X=\sum _{i=0}^{m-1}a_{i}n^{i}.}

Se esiste un intero A {\displaystyle A} tale che valga la seguente uguaglianza, allora X {\displaystyle X} è un numero di Harshad in base n {\displaystyle n} :

X = A i = 0 m 1 a i . {\displaystyle X=A\sum _{i=0}^{m-1}a_{i}.}

Numeri di Harshad in base 10

I primi numeri di Harshad nella base 10 con più di una cifra sono (sequenza A005349 dell'OEIS):

10, 12, 18, 20, 21, 24, 27, 30, 36, 40, 42, 45, 48, 50, 54, 60, 63, 70, 72, 80, 81, 84, 90, 100, 102, 108, 110, 111, 112, 114, 117, 120, 126, 132, 133, 135, 140, 144, 150, 152, 153, 156, 162, 171, 180, 190, 192, 195, 198, 200, 201, 204.

Numeri di Harshad consecutivi

Helen Grundman ha dimostrato nel 1994 che, in base 10, non esistono sequenze di numeri di Harshad consecutivi di lunghezza pari o superiore a 21. Ha anche individuato la prima sequenza di 20 numeri consecutivi: si trova oltre 10 44363342786 {\displaystyle 10^{44363342786}} .

Stima della quantità di numeri di Harshad

Sia N ( x ) {\displaystyle N(x)} la funzione che restituisce il numero di numeri di Harshad minori o uguali a x {\displaystyle x} :

  • Jean-Marie De Koninck e Nicolas Doyon hanno dimostrato che per qualsiasi ε > 0 {\displaystyle \varepsilon >0} : x 1 ε N ( x ) x log log x log x {\displaystyle x^{1-\varepsilon }\ll N(x)\ll {\frac {x\log \log x}{\log x}}} .
  • De Koninck, Doyon e Kátai hanno poi dimostrato che, posto c = 14 27 log 10 1 , 1939 {\displaystyle c={\frac {14}{27}}\log 10\approx 1,1939} : N ( x ) = ( c + o ( 1 ) ) x log x {\displaystyle N(x)=(c+o(1)){\frac {x}{\log x}}} .

Quali numeri possono o non possono essere numeri di Harshad?

  • Ogni numero naturale con notazione n 10 i {\displaystyle n\cdot 10^{i}} , dove n {\displaystyle n} è una qualsiasi cifra compresa tra 1 e 9, e i {\displaystyle i} è un qualsiasi intero maggiore o uguale a 0, è un numero di Harshad poiché la somma delle sue cifre è pari ad n {\displaystyle n} .[1]
  • Ogni numero naturale con notazione n n n {\displaystyle nnn} è un numero di Harshad, infatti n n n = n 10 2 + n 10 1 + n 10 0 = n ( 100 + 10 + 1 ) = n 111 = n ( 3 37 ) = ( 3 n ) 37 {\displaystyle nnn=n\cdot 10^{2}+n\cdot 10^{1}+n\cdot 10^{0}=n\cdot (100+10+1)=n\cdot 111=n\cdot (3\cdot 37)=(3\cdot n)\cdot 37} , per cui n n n {\displaystyle nnn} è sicuramente divisibile per la somma delle sue cifre, ossia 3 n {\displaystyle 3n} .[2]
  • Con procedimento analogo si può dimostrare che ogni numero naturale con notazione n n {\displaystyle n\ldots n} di lunghezza l {\displaystyle l} uguale a una qualsiasi potenza naturale di 3, è un numero di Harshad, infatti si può sempre fattorizzare come l n {\displaystyle ln} .
  • Tutti i fattoriali fino a 431 ! {\displaystyle 431!} compreso sono numeri di Harshad. Il numero 432 ! {\displaystyle 432!} è il primo a non esserlo. Invece lo sono altri fattoriali, ad esempio: 444 ! , 453 ! , 458 ! , 474 ! , 476 ! , 485 ! , 489 ! , {\displaystyle 444!,453!,458!,474!,476!,485!,489!,\ldots }
  • Ogni numero naturale con notazione 9 R n a n {\displaystyle 9R_{n}a_{n}} , dove R n {\displaystyle R_{n}} è il numero in base 10 formato da n {\displaystyle n} ripetizioni della cifra 1, n > 0 {\displaystyle n>0} , e a n {\displaystyle a_{n}} è un qualsiasi intero positivo minore di 10 n {\displaystyle 10^{n}} e multiplo di n {\displaystyle n} , è un numero di Harshad.(R. D'Amico, 2019).[3]

Numeri di Harshad in base b

Un numero di Harshad in una generica base b {\displaystyle b} viene definito un numero di b {\displaystyle b} -Harshad (secondo la notazione di Grundman del 1994).

I numeri 1, 2, 4 e 6 sono gli unici numeri a essere numeri di Harshad in qualunque base siano espressi; per questa proprietà sono detti numeri di Harshad completi.

Numeri di b-Harshad consecutivi

In notazione binaria, c'è un numero infinito di sequenze di 4 numeri di 2-Harshad; in notazione ternaria, c'è un numero infinito di sequenze di 6 numeri di 3-Harshad. Entrambe le dimostrazioni si devono a T. Cai che le pubblicò nel 1996.

Che numeri possono o non possono essere numeri di b-Harshad?

  • Ogni numero n {\displaystyle n} inferiore alla base b {\displaystyle b} è un numero di b-Harshad. Infatti essendo la sua notazione di una sola cifra, risulta evidentemente essere divisibile per sé stesso.
  • Ogni numero a {\displaystyle a} che sia una potenza intera di b {\displaystyle b} (ossia a = b n {\displaystyle a=b^{n}} ) è un numero di b-Harshad, poiché la sua notazione in base b {\displaystyle b} è 10 , 100 , , 10 0 {\displaystyle 10,100,\ldots ,10\ldots 0} quindi la somma delle cifre di a {\displaystyle a} è sempre uguale a 1 che è sicuramente un divisore di a {\displaystyle a} .
  • Un numero primo p {\displaystyle p} è un numero di b-Harshad solamente se è inferiore o uguale alla base b {\displaystyle b} . La prima regola esposta assicura la validità di questa regola per i casi p < b {\displaystyle p<b} . La seconda regola esposta, per il caso p = b {\displaystyle p=b} (nell'eventulità che b {\displaystyle b} stesso sia primo). La validità per i casi rimanenti può essere dimostrata per assurdo, infatti se esistesse un numero primo p {\displaystyle p} , superiore alla base b {\displaystyle b} che fosse un numero di b {\displaystyle b} -Harshad, allora la somma delle sue cifre (che è necessariamente inferiore a p {\displaystyle p} e superiore all'unità) sarebbe un divisore di p {\displaystyle p} che, tuttavia, essendo primo ammette come divisori unicamente p {\displaystyle p} e l'unità.

Numeri Harshad-morfici

Un numero intero t {\displaystyle t} si dice Harshad-morfico (o Niven-morfico) se, per una data base b {\displaystyle b} , è possibile trovare un numero di b {\displaystyle b} -Harshad n {\displaystyle n} , tale che la somma delle sue cifre sia uguale a t {\displaystyle t} , e t {\displaystyle t} sia la parte terminale della notazione di n {\displaystyle n} scritto nella stessa base b {\displaystyle b} .

Ad esempio, 18 è Harshad-morfico in base 10, poiché:

  • 16218 ha 18 come somma delle cifre;
  • 18 è un divisore di 16218 (quindi 16218 è un numero di Harshad);
  • 18 è la parte finale di 16218.

Sandro Boscaro ha dimostrato che in base 10 tutti i numeri interi sono Harshad-morfici tranne 11.

Note

  1. ^ Ad esempio: 3 (n=3, i=0), 100 (n=1, i=2) o 500.000 (n=5, i=5).
  2. ^ Ad esempio: 777= 7*111 = 7*3*37 = 21*37.
  3. ^ Ad esempio: 9 R n a n = 15438456 {\displaystyle 9R_{n}a_{n}=15438456} , dove R n = 1111 , n = 4 {\displaystyle R_{n}=1111,n=4} e a n = 4 386 = 1544 {\displaystyle a_{n}=4\cdot 386=1544} , è un numero di Harshad; risulta infatti: 15438456 / ( 1 + 5 + 4 + 3 + 8 + 4 + 5 + 6 ) = 15438456 / 36 = 428846 {\displaystyle 15438456/(1+5+4+3+8+4+5+6)=15438456/36=428846} .

Bibliografia

  • H. G. Grundmann, Sequences of consecutive Niven numbers, Fibonacci Quarterly 32 (1994), 174-175
  • Jean-Marie De Koninck and Nicolas Doyon, On the number of Niven numbers up to x, Fibonacci Quarterly Volume 41.5 (November 2003), 431–440
  • Jean-Marie De Koninck, Nicolas Doyon and I. Katái, On the counting function for the Niven numbers, Acta Arithmetica 106 (2003), 265–275
  • Sandro Boscaro, Nivenmorphic Integers, Journal of Recreational Mathematics 28, 3 (1996 - 1997): 201–205!
  • Rosario D'Amico, A method to generate Harshad numbers, in Journal of Mathematical Economics and Finance, vol. 5, n. 1, giugno 2019, p. 19-26.
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