Museo diocesano di San Petronio

Museo diocesano di San Petronio
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBologna
IndirizzoBasilica di San Petronio - Piazza Galvani, 5
Coordinate44°29′38.48″N 11°20′32.83″E44°29′38.48″N, 11°20′32.83″E
Caratteristiche
Tipoarte sacra
Istituzione1894
Apertura1894
Visitatori90 000 (2019)
Sito web
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Il Museo diocesano di San Petronio di Bologna è allestito all'interno della basilica di San Petronio, nella navata sinistra.

Il nucleo iniziale della raccolta ospitata nel Museo, citata anche dal Vasari, si costituì tra il XVI e XIX secolo in relazione al problematico completamento della facciata della basilica, anche se il museo vero e proprio fu costituito solo nel 1894, riunendo nello stesso locale varie testimonianze e documenti relativi alla costruzione della basilica con la suppellettile liturgica.

Descrizione

L'itinerario espositivo del museo è suddiviso in due sale.

Sala I

La prima sala ospita le testimonianze della storia della basilica e della sua problematica costruzione, con il mancato completamento della facciata. Infatti, sono qui raccolti i progetti, i disegni ed i modelli per la facciata della basilica di San Petronio realizzati dagli architetti che dal XVI al XIX secolo si avvicendarono nel tentativo di realizzarla. Tra questi si ricordano: Baldassarre Peruzzi, Giulio Romano, Cristoforo Lombardo, Jacopo Barozzi da Vignola, Pellegrino Tibaldi, Andrea Palladio ed Edoardo Collamarini.

Inoltre, vi sono esposti:

  • gli strumenti utilizzati da Giovanni Cassini per costruire (1655 - 1656) la meridiana della basilica;
  • alcune formelle marmoree con scene bibliche (prima metà del XVI secolo) realizzate per i portali minori.

Tra le formelle, è custodita la scena Giuseppe e la moglie di Putifarre, opera di Properzia de' Rossi.

Sala II

Nella seconda sala è conservato il Tesoro di San Petronio. Di particolare rilievo:

  • le preziose oreficerie del XIII secolo;
  • la Pace di san Sebastiano (fine XV secolo), in argento sbalzato e cesellato;
  • due cofanetti (XV secolo) realizzati dalla bottega degli Embriachi
  • un corale (XV secolo) con tre miniature di Taddeo Crivelli;
  • i corali miniati (XV - XVI secolo) eseguiti dai miniatori Martino da Modena e Giovanni Battista Cavalletti;
  • la croce astile (1547), in argento sbazato e cesellato, opera del bolognese Giovanni Battista del Gambaro;
  • i paramenti sacri, databili dal XVI al XVIII secolo.
  • il Reliquiario di sant'Antonio di Padova (nella seconda metà del XVII secolo), proveniente dalla Cappella Cospi, a cui si associa un crocifisso in lapislazzuli, argento e pietre dure.

Bibliografia

  • Mario Fanti (a cura di), Il Museo di San Petronio in Bologna, Bologna 2003
  • Erminia Giacomini Miari, Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Milano 2005, p. 63

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • Sito ufficiale, su basilicadisanpetronio.org. Modifica su Wikidata
  • Museo diocesano di San Petronio, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico. Modifica su Wikidata
  • Museo diocesano di San Petronio, su Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Modifica su Wikidata
  • Museo diocesano di San Petronio, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Modifica su Wikidata
  • Provincia di Bologna (PDF), su www2.provincia.bologna.it. URL consultato il 7 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
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